La cosa artificiale nella letteratura narrativa

Il latte artificiale non è sicuramente uno degli elementi più ricorrenti all'interno della letteratura narrativa ma nonostante ciò è rintracciabile in essa.
In particolare questo elemento è maggiormente ricorrente nei romanzi che offrono uno spaccato della vita quotidiana di tutti i giorni di questo e del secolo passato.

Come è facile immaginare il latte artificiale nella narrazione nella maggior parte dei casi sarà affiancato da un neonato-infante che ne usufruisca ma vi sono alcune eccezioni, come uno dei romanzi che seguono.

I primi due romanzi rimangono ancorati al paradigma latte-neonato: in entrambi in casi infatti la cosa artificiale è menzionata nell'ambito della preparazione di latte per un neonato.

Il primo romanzo è "Quattro romanzi" di Bartolomeo Di Monaco mentre il secondo è "Un'estate all'improvviso" di Julie James.

Un neonato durante l'allattamento


Il terzo romanzo, che invece si stacca dal suddetto paradigma, è "I sospiri della notte" di Robin T. Popp nel quale il latte artificiale è sempre citato nell'ambito di un processo nutritivo di un uomo ma questa volta non vi sono neonati ma solo adulti.

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