I rischi della cosa artificiale
I rischi legati al latte artificiale sono molto eterogenei ma a mio parere da tenere in considerazione in egual misura.
I primi rischi che affronterò sono legati alla natura alimentare del latte artificialecon riferimento alla sua composizione e alla sua modalità di assunzione, via biberon, che lo contrappone all'assunzione del latte materno tramite allattamento al seno.
Innanzitutto la composizione: il latte artificiale è oramai una sempre più valida alternativa a livello nutritivo al latte materno senza però essere una sua "replica" fedele al 100%.
Vi è inoltre da sottolineare come la composizione del latte materno vari anche in intervalli di tempo molto brevi, anche tra due poppate, in base alle esigenze del piccolo proprio perchè l'allattamento è un processo simbiotico che si instaura tra la mamma e il figlio.
Questo ovviamente non avviene per la formula del latte artificiale e quindi è presente il rischio di incorrere nel errore di nutrire il bambino con una formula che non soddisfi appieno le sue esigenze nutritive.
In secondo luogo è da segnalare come molti studi e ricerche internazionali sembrino provare che l'allattamento al seno diminuisca notevolmente il rischio che il neonato contragga numerose patologie, tra le quali SIDS, otite, infezioni respiratorie e gastrointestinali.
Il secondo tipo di rischi sono quelli legati al latte artificiale in quanto prodotto economico e sono maggiormente rilevanti nei paesi in via di sviluppo dove il mercato del latte artificiale, di pari passo con quello dell'alimentazione infantile, è in rapida crescita.
Ne ho gia parlato nel mio articolo sul film "Tiger" di Danis Tanovic: specialmente nei paesi in via di sviluppo le multinazionali trovano un terreno fertile nel quale poter esercitare la propria influenza, con metodi sia legali che non, al fine di "aggredire" il mercato economico di quel paese e assicurarsi ingenti ritorni economici; proprio di questo si parla nel film di Danis Tanovic che tratta in particolare della condotta della Nestlè in Pakistan.
I rischi in queste realtà si concretizzano in una società fortemente "lobbyzzata" con tutti i disagi che ne conseguono; non si tratta più di rischi singolari, personali, legati alla salute del bambino ma di rischi "sociali" che non per questo, a mio parere, sono meno concreti e da tenere a mente.
I primi rischi che affronterò sono legati alla natura alimentare del latte artificialecon riferimento alla sua composizione e alla sua modalità di assunzione, via biberon, che lo contrappone all'assunzione del latte materno tramite allattamento al seno.
Innanzitutto la composizione: il latte artificiale è oramai una sempre più valida alternativa a livello nutritivo al latte materno senza però essere una sua "replica" fedele al 100%.
Vi è inoltre da sottolineare come la composizione del latte materno vari anche in intervalli di tempo molto brevi, anche tra due poppate, in base alle esigenze del piccolo proprio perchè l'allattamento è un processo simbiotico che si instaura tra la mamma e il figlio.
Questo ovviamente non avviene per la formula del latte artificiale e quindi è presente il rischio di incorrere nel errore di nutrire il bambino con una formula che non soddisfi appieno le sue esigenze nutritive.
In secondo luogo è da segnalare come molti studi e ricerche internazionali sembrino provare che l'allattamento al seno diminuisca notevolmente il rischio che il neonato contragga numerose patologie, tra le quali SIDS, otite, infezioni respiratorie e gastrointestinali.
Il secondo tipo di rischi sono quelli legati al latte artificiale in quanto prodotto economico e sono maggiormente rilevanti nei paesi in via di sviluppo dove il mercato del latte artificiale, di pari passo con quello dell'alimentazione infantile, è in rapida crescita.
Ne ho gia parlato nel mio articolo sul film "Tiger" di Danis Tanovic: specialmente nei paesi in via di sviluppo le multinazionali trovano un terreno fertile nel quale poter esercitare la propria influenza, con metodi sia legali che non, al fine di "aggredire" il mercato economico di quel paese e assicurarsi ingenti ritorni economici; proprio di questo si parla nel film di Danis Tanovic che tratta in particolare della condotta della Nestlè in Pakistan.
I rischi in queste realtà si concretizzano in una società fortemente "lobbyzzata" con tutti i disagi che ne conseguono; non si tratta più di rischi singolari, personali, legati alla salute del bambino ma di rischi "sociali" che non per questo, a mio parere, sono meno concreti e da tenere a mente.
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